Oltre le Scarpette Rosse

23.04.2024

Le scarpette rosse non bastano, forse sono inutili, anzi, dannose!

Ne è l'evidente dimostrazione l'incremento a cui ogni anno assistiamo di numerosi casi di maltrattamenti, violenze, femminicidi e reati spia, anche nel nostro territorio. l 31,5% delle donne tra i 16 ed i 70 anni ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale, quasi 1 donna su tre. Il numero tende ad essere drammaticamente più alto se andiamo a considerare tutte le donne che non hanno segnalato la violenza subita.

Le scarpette rosse, le panchine rosse, la giornata contro la violenza della donna rappresentano spesso timidi tentativi di sensibilizzazione che finora non hanno sortito un grande effetto preventivo. Risultano invece quasi dannose poiché sono sporadiche manifestazioni attivate in occasione di un'unica giornata che lasciano il tempo che trovano, un po' come a dire "anche per quest'anno abbiamo fatto qualcosa". 

Questa sensazione non permette alle amministrazioni di attivare iniziative realmente utili. Servono azioni concrete per i cittadini di oggi e quelli del futuro. Ecco perché è importante che una amministrazione locale abbia uno sguardo attento verso le diverse generazioni affinché possa prevenire la violenza di genere e supportare coloro che si trovano in momenti di difficoltà.

Negli ultimi anni, decenni oserei dire, il sistema scuola-famiglia - società è andato via via sgretolandosi. Le famiglie non riescono più comunicare con i propri figli e delegano la scuola, gli insegnanti trovano davanti a sé bambini sempre più emotivamente fragili e spesso non hanno tempo e risorse per colmare queste mancanze, le amministrazioni forniscono spesso insufficienti fondi per attivare laboratori non finalizzati alla trattazione o alla risoluzione di un problema ma solo per dimostrare che qualcosa è stato fatto. Tutto ciò sfocia in atti di bullismo, atti di violenza anche tra minori a scuola e al di fuori di essa, spesso nella totale indifferenza di tutti. 

Ormai la violenza è diventata una cosa normale, i social la trasmettono ogni giorno, i ragazzi ne sono assuefatti, non si scandalizzano più se un compagno viene colpito e buttato a terra. Che tipo di adulti potranno mai essere crescendo in questo modo? Che tipo di società abbiamo? Che futuro stiamo creando per loro e con loro? Gli adulti di oggi sono gli stessi che di fronte ad un grave evento si fermano a fare un video senza pensare di intervenire per aiutare. 

E' importante che gli enti pubblici attivino percorsi e creino occasioni di sensibilizzazione e crescita per rafforzare il sentirsi comunità.

Una comunità che dovrebbe essere educante nei confronti dei bambini e dei ragazzi, che dovrebbe essere d'esempio nell'agire. E' necessario che le amministrazioni, insieme alla scuola, attivino percorsi di alfabetizzazione emotiva, di educazione all'affettività e all'empatia perché i giovani imparino a venire a contatto con le proprie emozioni, a riconoscere e a gestirle. Questo darà vita ad un circolo virtuoso grazie al quali avremo bambini più sereni, consapevoli delle proprie emozioni e capacità, persone empatiche che aiuteranno il prossimo invece di calpestarlo, adulti migliori.

Cosa possiamo fare per le ragazze, giovani donne e donne di adesso? Come al solito la famiglia e la comunità hanno ruoli centrali. Il primo esempio è costituito dalla famiglia, se una ragazza ha come modello una madre vittima (non solo di violenza fisica, ma anche di violenza psicologica, modalità narcisitiche e/o manipolatorie etc.), e vive in un ambiente famigliare sminuente crescerà con la consapevolezza di valere poco e, con grande probabilità, tenderà a vivere le solite dinamiche in età adulta. Queste problematiche possono essere trattate in incontri psico - educativi per madri e figlie con l'obiettivo di agire sul qui ed ora ma anche sul futuro delle giovani donne.

E per chi si trovasse in difficoltà adesso? Oltre ad un'azione di sensibilizzazione sulle possibilità di aiuto che già esistono per le donne in difficoltà, ogni negozio, attività, palestra, esercizio commerciale, farmacie, bar potranno diventare punti viola. I punti viola sono luoghi in cui le donne possono trovare un posto sicuro e persone formate a cui rivolgersi in caso di pericolo. Una progettualità a breve, medio e lungo termine che ha a cuore il benessere e la sicurezza di tutti i cittadini, dai bambini agli adulti, e l'obiettivo della prevenzione e della riduzione della violenza di genere. 


Elisabetta Mazzarri

Si ringrazia per il suo contributo la dott.ssa Elisa Bozzi

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