Percorsi di inclusione nella scuola che vorrei

02.09.2024

È vicenda di questi giorni messa in risalto sia da carta stampata sia da media televisivi e social la decisione di Cristina Holzer, Preside della scuola elementare di madre lingua tedesca Goethe nel centro storico di Bolzano di dar vita per la prima volta ad una classe formata esclusivamente da bambini provenienti da famiglie di migranti o comunque bambini italiani totalmente privi di conoscenza della lingua teutonica.

La scelta di creare una sorta di classe speciale ha sollevato un polverone generando un solco profondo nella pubblica opinione e nel mondo politico tra chi condivide il percorso intrapreso, giustificandolo con la garanzia per i bambini madrelingua tedeschi di procedere spediti nel percorso di studi ,senza intoppi e rallentamenti dati dai piccoli compagni totalmente privi dei minimi rudimenti linguistici e chi invece ritiene vergognosa la creazione di una "classe ghetto" nella quale convogliare tutti coloro che devono recuperare il gap linguistico.

Personalmente ho sempre ritenuto la diversità una grande ricchezza se non addirittura la base della bellezza del mondo e questa diversità e varietà nella nostra società ,se ovviamente rispettose delle regole alla base della nostra convivenza civile, devono essere le protagoniste di scambi di conoscenza e di percorsi di crescita comuni che possono solo rendere cittadini migliori coloro che ne saranno protagonisti.

La creazione di classi speciali non è prevista dalla legge né dalla nostra Costituzione che anzi promuove l'inclusione nei confronti di tutti e questo vale, sia per coloro che hanno minori conoscenze linguistiche sia per coloro che hanno disabilità fisiche o psico- cognitive.

Se vogliamo seriamente e veramente lavorare a processi integrativi verso chiunque ne abbia necessità o in funzione della nostra stessa società che sarebbe la prima a trarre beneficio della creazione di percorsi e proposte concrete, la scuola, dovrà fare esattamente l'opposto dell'azione intrapresa dalla Preside Holzer ovvero incentivare l'apprendimento cooperativo, stimolare un clima positivo nelle classi ,valorizzando le differenze unitamente al senso di appartenenza al gruppo, dato anche proprio dal condividere insieme (più eruditi e meno, aiutandosi nell'apprendimento)la scoperta di una lingua comune, promuovere l'eterocronia ovvero il rispetto dei tempi di sviluppo di ciascuno e le sue potenzialità.

Sono ben altri pertanto gli strumenti da attivare e i percorsi da intraprendere per dar vita ad una scuola degna di un Paese civile che finalmente si decida ad attivare politiche serie di integrazione, evitando le strumentalizzazioni politiche da qualunque parte esse provengano.


Elisabetta Mazzarri